After The Wall
Est. Solo un ricordo. Per i più giovani, nemmeno un ricordo. E in quel ricordo, a vivere, soprattutto dolori e spie, divise, e un muro.
Eppure c’era una malinconia lieve. Nel gelo di Alexanderplatz, freddi i muri e così i cuori, pulsava nascosto e impronunciabile un sentimento potente. Così potente che non poteva essere espresso.
Nemmeno, forse, se il regime non lo avesse impedito, quel sentimento avrebbe superato la barriera dei cappotti pesanti. E così si raggomitolava in quella malinconia, scritta su ogni volto e su ogni insegna dalla luminosità incerta e traballante.
Friedrichstraße non è più luogo per incontri clandestini e documenti cifrati che passano di mano. E’ una sirena occidentale dai negozi fosforescenti, che alla sua fine sfodera il passato, parrebbe, solo per esibirsi presente. Non si passeggia più, quattro passi fino al muro, per una sigaretta. Le vetrine dorate scaldano di più.
Certo sarà sola suggestione, ma ancora lo respiri, in qualche angolo, davanti a una lavanderia o dentro un portone. Ancora sembra aleggiare quella malinconia lieve, come se la cipria nuova non potesse cancellarla, sentimento irreversibile.
Camminare dentro un ricordo che è materia e che vive, incollato sui muri delle case. Attraversare strade che non sanno più quale sia il loro tempo, e così ne raccontano uno soltanto. Fermarsi sulla riva del fiume, dove tutto è immobile, carico di un odore che non è mai mutato.
Ma è solo suggestione. Est, nemmeno un ricordo.
Un’icona, di colore grigio. Sbiadito.
Francesco Merenda
Est. Solo un ricordo. Per i più giovani, nemmeno un ricordo. E in quel ricordo, a vivere, soprattutto dolori e spie, divise, e un muro.
Eppure c’era una malinconia lieve. Nel gelo di Alexanderplatz, freddi i muri e così i cuori, pulsava nascosto e impronunciabile un sentimento potente. Così potente che non poteva essere espresso.
Nemmeno, forse, se il regime non lo avesse impedito, quel sentimento avrebbe superato la barriera dei cappotti pesanti. E così si raggomitolava in quella malinconia, scritta su ogni volto e su ogni insegna dalla luminosità incerta e traballante.
Friedrichstraße non è più luogo per incontri clandestini e documenti cifrati che passano di mano. E’ una sirena occidentale dai negozi fosforescenti, che alla sua fine sfodera il passato, parrebbe, solo per esibirsi presente. Non si passeggia più, quattro passi fino al muro, per una sigaretta. Le vetrine dorate scaldano di più.
Certo sarà sola suggestione, ma ancora lo respiri, in qualche angolo, davanti a una lavanderia o dentro un portone. Ancora sembra aleggiare quella malinconia lieve, come se la cipria nuova non potesse cancellarla, sentimento irreversibile.
Camminare dentro un ricordo che è materia e che vive, incollato sui muri delle case. Attraversare strade che non sanno più quale sia il loro tempo, e così ne raccontano uno soltanto. Fermarsi sulla riva del fiume, dove tutto è immobile, carico di un odore che non è mai mutato.
Ma è solo suggestione. Est, nemmeno un ricordo.
Un’icona, di colore grigio. Sbiadito.
Francesco Merenda
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